Riconoscimento dei titoli esteri: la Corte UE chiamata a fare chiarezza 

Il prossimo 20 novembre 2025 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si pronuncerà su una questione che riguarda da vicino migliaia di docenti italiani: il riconoscimento dei titoli esteri ai fini dell’abilitazione all’insegnamento.
Nel caso di specie, la Corte dovrà stabilire se un titolo rilasciato da un’università spagnola — il cosiddetto “título propio” — possa essere considerato valido in Italia.

La questione nasce da un rinvio pregiudiziale del TAR Lazio (Ordinanza n. 12292 del 17 giugno 2024), che ha chiesto alla Corte europea di chiarire un punto molto discusso: può un titolo che in un Paese non consente di insegnare essere riconosciuto in un altro Stato membro dell’Unione Europea come abilitante?

Il contesto: cosa dicono la direttiva UE e la giurisprudenza italiana

Per capire l’importanza di questa decisione, è utile fare un passo indietro.

Il riconoscimento dei titoli professionali tra Paesi dell’Unione è regolato dalla Direttiva europea 2005/36/CE, che garantisce la libera circolazione dei professionisti, assicurando che chi ha conseguito una qualifica in un Paese membro possa vederla riconosciuta anche negli altri Stati dell’Unione.

Si tratta di una norma di grande importanza perché introduce un principio semplice ma rivoluzionario: un titolo ottenuto in uno Stato europeo deve poter aprire le stesse opportunità anche negli altri Paesi dell’UE, senza barriere o discriminazioni legate alla provenienza.
In questo modo, la direttiva valorizza i percorsi formativi internazionali, promuove la mobilità dei professionisti e garantisce che le competenze acquisite all’estero siano considerate parte integrante del patrimonio culturale e professionale europeo.

Per chi ha scelto di formarsi fuori dall’Italia, rappresenta dunque una tutela fondamentale: un quadro normativo chiaro che riconosce il diritto di esercitare la propria professione in qualunque Paese dell’Unione, nel rispetto delle regole comuni e del principio di parità di trattamento.

In Italia, questi principi sono stati confermati da diverse sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, tra cui la fondamentale Adunanza Plenaria n. 22 del 29 dicembre 2022.
In quella decisione, il Consiglio di Stato ha stabilito che l’Amministrazione non può respingere un titolo estero solo perché diverso da quello italiano, ma deve esaminare nel dettaglio il percorso formativo e applicare — se necessario — strumenti di compensazione.

🎯 Perché la decisione della Corte UE è così importante

La pronuncia della Corte di Giustizia UE avrà un impatto rilevante sul futuro del riconoscimento dei titoli di studio conseguiti all’estero.
Se la Corte confermerà che anche un título propio può essere valutato ai fini dell’abilitazione italiana, si aprirà una strada ancora più chiara per molti docenti italiani che hanno scelto di formarsi in altri Paesi europei.

Una decisione favorevole rafforzerebbe inoltre il principio già espresso dal Consiglio di Stato: quello di una valutazione equa e non discriminatoria dei percorsi formativi europei, in linea con lo spirito della Direttiva 2005/36/CE.

Negli ultimi anni sono migliaia gli aspiranti insegnanti che hanno conseguito titoli all’estero, in particolare in Spagna per poi chiedere il riconoscimento in Italia.
Questi percorsi, pienamente legittimi nel quadro europeo, si scontrano con l’inadempienza del Ministero che in alcuni casi sceglie di non esprimersi sulle istanze di riconoscimento di chi si è abilitato all’estero.

La decisione della Corte UE potrebbe dunque rappresentare una svolta per il mondo della scuola italiana, riaffermando il diritto alla libera circolazione della formazione e delle competenze.


📖 Smartlab e il valore della formazione internazionale

In un contesto in continua evoluzione, Smartlab accompagna da anni studenti e docenti nel loro percorso di formazione all’estero, fornendo orientamento, assistenza burocratica e consulenza legale sul riconoscimento dei titoli in Italia.

L’obiettivo è uno solo: garantire percorsi di studio realmente spendibili e in linea con la normativa europea.
La vicenda della Corte di Giustizia dimostra quanto sia importante scegliere università accreditate e programmi riconosciuti a livello internazionale, per costruire un futuro professionale solido e senza incertezze.

Seguiteci per conoscere gli aggiornamenti sulla decisione della corte UE e tutte le ultime novità sul mondo scuola